Teatro

L'ASSURDA E TRAGICA MORTE DEL MUSICISTA FRANCO NICO

L'ASSURDA E TRAGICA MORTE DEL MUSICISTA FRANCO NICO

Ci eravamo salutati due settimane fa abbracciandoci, dopo che il suo Teatro, Il Sancarluccio di Napoli, aveva ospitato per tutto il mese di ottobre la rassegna di corti teatrali LA CORTE DELLA FORMICA da me ideata e diretta. Non amo gli articoli in cui il giornalista , almeno che non sia Montanelli redivivo, parla in prima persona, ma in questo caso ho sentito la spinta a scrivere un doveroso ricodo personale di Franco Nico, il musicista ed impresario teatrale morto in maniera tragicamente assurda, martedì 18 novembre, per un incidente stradale, mentre era a bordo del suo scooter, nella galleria della Vittoria, in pieno centro a Napoli. Con Franco, carattere volitivo e sanguigno, avevamo discusso tante volte, il Sancarluccio era la sua vera casa, divisa con la compagna di sempre, la cantante Pina Cipriani, dove i figli Bianca ed Egidio avevano conosciuto la magia della scena, lei attrice e regista, lui musicista come il papà. E' difficile pensara al Sancarluccio, lo spazio teatrale dove hanno mosso i primi passi Troisi, Arena, De Caro (lì fu inventato il nome de La Smorfia, il trio che li riuniva agli esordi), Benigni, Lanzetta, e tutto i "giovani" artisti degli anni '70 ed '80, senza di lui, il papà burbero e apparentemente scontroso, che prima ti sgrida in maniera sanguigna perchè hai lasciato accesa la luce nei camerini, e poi ti regala il suo cd di musiche dedicate a Napoli, la città matrigna che gli ha dato tanto dolore, e che simbolicamente, a causa di un manto stradale lasciato sciattamente dissestato, lo ha scaraventato fuori dalla vita. Egidio, suo figlio, era sempre in apprensione per l'uso quotidiano delo scooter di questo giovane settantaseienne che non si arrendeva al tempo ad alle ingiustizie che la sua arte ed il suo teatro subivano da amministrazioni politiche insensibili e dalla memoria corta. Ad Egidio, la grande Pina e Bianca, il mio personale abbraccio, e le parole di questo articolo, uno dei tanti dedicati alla memoria di Franco, parole inutili, forse, ma che esprimono la mia mestizia, la mia rabbia ed il mio stupore, che sono quelli di tutti coloro che hanno conosciuto Franco e la sua famiglia.